Prevalente nell’Asia meridionale, la curcuma (Curcuma longa L.) viene oggi coltivata nelle aree tropicali di tutto il mondo. Il suo rizoma è utilizzato come spezia nelle cucine regionali e come colorante negli alimenti e nei cosmetici.

Nei sistemi di medicina tradizionale la curcuma ha diverse applicazioni, inclusa quella di migliorare la circolazione e la digestione. I princìpi attivi sono curcumina e curcuminoidi idrosolubili, tra cui la curcumina è stata al centro della ricerca negli ultimi anni. Studi preclinici hanno dimostrato che ha una debole attività fitoestrogenica, sebbene a una concentrazione non ottenibile mediante ingestione orale, e presenta attività neuroprotettiva, coleretica, antinfiammatoria, immunomodulante, antiproliferativa e proprietà chemiopreventive.

La curcumina, i suoi analoghi e le formulazioni liposomiali hanno anche dimostrato effetti chemiosensibilizzanti e radiosensibilizzanti.

La ricerca clinica sulla curcuma

I risultati della ricerca clinica indicano i benefici della curcuma per il disturbo depressivo maggiore; i dati epidemiologici mostrano un miglioramento delle prestazioni cognitive negli anziani, anche se non sono stati riscontrati benefici derivanti dagli integratori contenenti curcumina nei soggetti con malattia di Alzheimer.

La curcuma contribuisce ad alleviare i sintomi associati a problemi gastrointestinali, sindrome dell’intestino irritabile e colite ulcerosa quiescente e riduce la rigidità delle arterie nei soggetti con diabete mellito di tipo 2.

Uno studio ha mostrato che la curcuma è sicura ed efficace quanto il paracetamolo o i FANS nel trattamento dell’osteoartrosi del ginocchio. I benefici della curcumina sono stati segnalati per l’osteoartrosi del ginocchio e la sarcopenia nei soggetti anziani. L’uso topico ha ridotto la dimensione delle lesioni nei casi di vitiligine.

Nelle donne in post menopausa, la curcumina associata con l’attività aerobica ha migliorato la funzione endoteliale vascolare, mentre una revisione sistematica ha rilevato che sia la curcuma sia la curcumina possono apportare benefici nei casi di steatosi epatica non alcolica.

Primi studi anche in oncologia

In ambito oncologico, risultati preliminari suggeriscono benefici degli integratori di curcuma sulla qualità della vita e i parametri ematologici in donne con cancro al seno.

Uno studio di fase II su persone con cancro del pancreas avanzato ha riportato un’attività biologica clinicamente rilevante in due pazienti nonostante un assorbimento limitato; una miscela di tè verde, melograno, broccoli e curcumina ha ridotto il tasso di aumento dell’antigene prostatico specifico (PSA) tra gli uomini con cancro alla prostata a seguito di una recidiva di PSA post-trattamento radicale.

Somministrata a persone con cancro del colon-retto durante il periodo di attesa pre-operatorio, la curcumina ha migliorato la cachessia e la sindrome anoressia-cachessia in soggetti con cancro della testa e del collo. Associata con acidi grassi omega-3, la curcumina contribuisce a ridurre l’infiammazione e il dolore con sintomi muscoloscheletrici da inibitori dell’aromatasi nelle donne con cancro al seno in fase iniziale.

Un collutorio contenente curcumina ha ritardato l’insorgenza della mucosite orale indotta da radiazioni e l’applicazione topica di curcumina o curcuma ha aiutato a controllare la mucosite orale e la radiodermite.

Si ricorda che la curcumina interferisce con gli enzimi del citocromo P450 e può interagire con farmaci chemioterapici come ciclofosfamide e doxorubicina.

Controindicata nei soggetti predisposti alla formazione di calcoli renali, tra gli effetti collaterali della curcuma sono stati segnalati disturbi gastrointestinali. In assunzione concomitante con anticoagulanti/antipiastrinici studi preclinici suggeriscono che può aumentare il rischio di sanguinamento.

Nel complesso, secondo i ricercatori del MSKCC, la curcuma per uso clinico – anche in considerazione del fatto che la maggioranza dei dati oggi disponibili sono preclinici – deve essere sostenuto da ulteriori studi, anche in considerazione del suo scarso assorbimento, del rapido metabolismo e del meccanismo d’azione complesso.

Fonte: Herbs – Memorial Sloan Kettering Cancer Center

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