La camomilla (Matricaria chamomilla), pianta erbacea annuale, ha una lunga storia di utilizzo nella medicina tradizionale, dove è stata impiegata in diverse condizioni di salute: infezioni, disturbi respiratori, gastrointestinali ed epatici, ma anche come sedativo, antispasmodico, antisettico e antiemetico. Nella tradizione popolare italiana la pianta è stata utilizzata, tra l’altro, sotto forma di infuso per trattare i dolori muscolari e gastrointestinali, le distorsioni, gli stati di irritabilità e come sedativo.

Studi in vitro e su animali hanno indicato che gli estratti di camomilla esplicano attività antinfiammatorie, ipoglicemizzanti, antigenotossiche e antitumorali. All’apigenina, un flavone presente nella pianta, sono stati attribuiti effetti chemiopreventivi, mentre il bisabololossido A, un altro costituente del fitocomplesso della camomilla, ha mostrato effetti inibitori additivi quando utilizzato con 5-fluorouracile contro le cellule leucemiche.

Alla pianta sono attribuite attività antibatteriche, antinfiammatorie, antidepressive, antipiretiche, antiallergiche e analgesiche. Ben noto dalla tradizione è anche l’impiego nei processi infiammatori a carico del tratto digerente, in particolare se associati a fenomeni spastici della muscolatura liscia. La camomilla è indicata quindi in caso di gastriti, esofagiti, ulcera peptica e come spasmolitico e carminativo nelle coliche digestive.

Per uso esterno svolge attività antalgica nei problemi del cavo orale come stomatiti, gengiviti e afte, ma svolge anche un’azione antinfiammatoria e antibatterica. Studi clinici controllati hanno evidenziato a tale proposito che l’applicazione di un impacco di camomilla è stata più efficace di una pomata all’idrocortisone sui processi di guarigione di lesioni cutanee peristomali successive a colostomia. Inoltre, un oleogel a base di camomilla ha alleviato il dolore in casi di emicrania senza aura.

L’azione della camomilla sotto forma di risciacquo orale e in formulazioni topiche per le condizioni infiammatorie legate alle terapie oncologiche, con riferimento alla capacità di ridurre o di prevenire disturbi come la mucosite o la radiodermatite, è stata riportata da studi clinici ma deve essere confermata da ulteriori e più ampie ricerche.

I dati clinici suggeriscono benefici modesti della camomilla nell’insonnia cronica e nella mastalgia ciclica di entità lieve-moderata. Diversi studi hanno riportato, inoltre, che gli estratti di camomilla migliorano i sintomi del disturbo d’ansia generalizzato di grado lieve-moderato e moderato-grave, nonché i marcatori biologici di stress nei soggetti con ansia cronica.

In materia di sicurezza sono state segnalate rare reazioni allergiche legate alla presenza di lattoni e pertanto il suo uso è sconsigliato ai soggetti che presentano ipersensibilità accertata alle Asteracee; anche gli individui allergici ai pollini di artemisia dovrebbero evitare la camomilla, poiché si sono verificati casi di reazioni crociate alla camomilla.

È stato infine segnalato per le potenziali interazioni che, per il contenuto in cumarina, la camomilla può aumentare gli effetti dei farmaci anticoagulanti.

Fonte: Herbs, Memorial Sloan Kettering Cancer Center.