Il deficit di sonno, il sonno insufficiente e una sua cattiva qualità per lunghi periodi di tempo, aumentano il rischio di sviluppare diverse condizioni associate a una bassa qualità di vita.
I trattamenti per i disturbi del sonno includono la melatonina e farmaci da banco come la difenidramina e la doxilamina, che hanno tutti effetti collaterali negativi.
Le proprietà della valeriana (Valeriana officinalis L.) sono note da secoli e quelle per favorire il sonno furono descritte da Ippocrate nel IV secolo a.C. Anche Ildegarda di Bingen descrisse nei dettagli le proprietà tranquillanti e sedative della pianta.
La ricerca moderna ha chiarito che gli acidi valerenici e i lignani della pianta sono in grado di raggiungere il cervello e di produrre un’attività di tipo inibitorio sulla neurotrasmissione, attraverso la modulazione del sistema GABAergico e purinergico: ne deriva un effetto ansiolitico e, in modo dose-dipendente, ipnoinducente. Ampiamente studiata a livello clinico e pre-clinico, è considerata un’alternativa alle benzodiazepine nel trattamento di disturbi del sonno transitori e lievi stati ansiosi.
Lo studio
In questo recente studio clinico parallelo in doppio cieco controllato con placebo (Standardized Extract of Valeriana officinalis Improves Overall Sleep Quality in Human Subjects with Sleep Complaints: A Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled, Clinical Study), 80 adulti con disturbi del sonno sono stati suddivisi mediante randomizzazione (1:1) in due gruppi: il gruppo di trattamento ha ricevuto un estratto di V. officinalis, mentre il gruppo di controllo ha ricevuto una sostanza placebo; la sperimentazione è durata 8 settimane.
Gli endpoint primari di efficacia comprendevano il Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI) e la latenza del sonno mediante actigrafia; gli endpoint secondari includevano parametri come il tempo effettivo e l’efficienza del sonno, i valori sulla Epworth Sleepiness Scale (ESS), sul Beck Anxiety Inventory (BAI) e sulla Visual Analogue Scale (VAS) per la sensazione di svegliarsi riposati. È stato incluso anche un endpoint terziario dei parametri del sonno mediante polisonnografia in un sottogruppo di 20 soggetti per ciascun gruppo.
I parametri di sicurezza comprendevano l’esame fisico, la misurazione dei segni vitali ed esami emato-chimici. Gli eventi avversi eventuali sono stati monitorati per l’intera durata dello studio.
In 72 hanno completato lo studio e sono stati inclusi nelle valutazioni di efficacia. Nei giorni 14, 28 e 56, il punteggio totale PSQI nel gruppo di trattamento è diminuito in modo significativo (p < 0,05) rispetto al gruppo placebo. Nel gruppo, inoltre, sono stati rilevati miglioramenti significativi (p < 0,05) nella latenza del sonno e nel tempo effettivo di sonno nei giorni 3, 14, 28 e 56 e nell’efficienza del sonno nei giorni 14, 28 e 56.
Nei soggetti che hanno assunto valeriana, rispetto al placebo, si è registrata una diminuzione dell’ansia (p < 0,05) nei giorni 14, 28 e 56, della sonnolenza diurna nei giorni 28 e 56 e un aumento della sensazione di svegliarsi riposati nei giorni 28 e 56.
I risultati della polisonnografia in un sottogruppo di 20 soggetti hanno mostrato miglioramenti significativi (p < 0,05) nel tempo totale, nella latenza e nell’efficienza del sonno al giorno 56 nel gruppo valeriana rispetto a quello placebo. Nel corso dello studio la pianta è risultata sicura e ben tollerata.
L’integrazione di valeriana ha perciò migliorato significativamente vari parametri soggettivi e oggettivi del sonno in persone giovani con sintomi di insonnia lieve, la qualità complessiva, la latenza, l’efficienza e il tempo totale di sonno.
È stata osservata, inoltre, una riduzione dell’ansia, della sonnolenza diurna e una migliore sensazione di freschezza al risveglio.
Fonte: Chandra Shekhar H, Joshua L, Thomas JV. Standardized Extract of Valeriana officinalis Improves Overall Sleep Quality in Human Subjects with Sleep Complaints: A Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled, Clinical Study. Adv Ther. 2024 Jan;41(1):246-261.