La bardana (Arctium lappa, Asteraceae) è una pianta biennale che cresce lungo i bordi delle strade o dei corsi d’acqua e nelle foreste, nei terreni agricoli e preferisce la piena luce solare e terreno ricco di azoto. Originaria delle regioni temperate del continente eurasiatico, dalla Scandinavia al Mediterraneo, la bardana è stata naturalizzata in tutto il mondo e ha una vasta storia di utilizzo in molti paesi come alimento e in medicina tradizionale.
Nel primo anno produce foglie grandi, nel secondo anno spunta il fusto fiorale, alto fino a 2 metri, ramificato. Le foglie basali sono grandi a lamina triangolare cuoriforme, con margine intero, ondulato. L’infiorescenza è formata da corimbi all’apice dei rami. I fiori, di color rosa porpora, sono riuniti in capolini circondati da brattee ricurve a forma di amo. I frutti sono acheni provvisti di pappo.
La radice – lunga, dura e sottile con una forma simile a una carota – può raggiungere una profondità di circa mezzo metro e contiene la maggior quantità di nutrienti durante il primo anno di vita della pianta. Quando lo strato esterno marrone viene rimosso, l’interno è bianco e ha un sapore terroso, leggermente amaro. La droga è data da foglie e radici.
Usi storici e attuali
La bardana è utilizzata per le sue proprietà curative da migliaia di anni in Europa, Cina e Giappone. In Giappone, la radice è un alimento comune e viene impiegata come rimedio nella medicina tradizionale erboristica nota come “Kampo“.
Come rimedio tradizionale, la bardana viene utilizzata come diuretico per aumentare la minzione e per migliorare il naturale processo di disintossicazione del corpo.
Secondo una revisione della letteratura del 2018, la bardana è una delle specie botaniche più comuni e importanti utilizzate a scopo medicinale nelle pratiche etnobotaniche in Romania e altri paesi dell’Europa orientale.
Alcuni disturbi gastrointestinali, l’artrite reumatoide e le malattie dermatologiche come l’eczema e la psoriasi possono essere collegate a un’infiammazione organica persistente: le attività antinfiammatorie della bardana possono aiutare ad alleviare i sintomi associati a queste condizioni.
In studi clinici pubblicati preparati a base di radice di bardana sono stati correlati con una riduzione significativa del dolore dell’osteoartrite e a riduzioni significative dei marcatori infiammatori interleuchina-6 (IL-6) e proteina C-reattiva (CRP) rispetto al basale.
Studi su animali hanno mostrato le proprietà gastroprotettive degli estratti di bardana (ulcere gastriche, diminuzione della risposta infiammatoria associata alla colite).
Una formula combinata contenente olio di bardana, angelica (Angelica sinensis, Apiaceae), Lithospermum erythrorhizon e sesamo (Sesamum indicum, Pedaliaceae) ha migliorato i biomarcatori associati all’attività antiossidante e i livelli sierici dei polifenoli in soggetti con infezioni asintomatiche da Helicobacter pylori, che hanno riferito anche miglioramenti nelle ulcere gastrointestinali. In vitro, questa stessa associazione ha inibito in modo statisticamente significativo l’adesione dell’H. pylori alle pareti cellulari.
In studi sugli animali la supplementazione di un estratto di radice di bardana è stata associata con la riduzione dei livelli di trigliceridi e di colesterolo LDL e l’aumento del colesterolo HDL: gli stessi studi hanno, inoltre, riportato una riduzione dei livelli di leptina e della produzione di glucosio nel fegato.
Fonte: American Botanical Council (ABC).