Il melograno (Punica granatum L.) è stato utilizzato tradizionalmente in diversi ambiti della salute, dalle patologie cardiache, alle turbe metaboliche, per sostenere la fertilità maschile ecc. La ricerca moderna – sintetizzata in questo recente articolo che ha passato in rassegna l’impiego in etnomedicina, le attività farmacologiche, la fitochimica e i meccanismi molecolari – ha mostrato che il melograno esplica attività antitumorale, antinfiammatoria, antiulcera, antidepressiva, cardioprotettiva, antiossidante. I composti bioattivi variano in base alle cultivar, alle condizioni climatiche e alla posizione geografica. È stato inoltre osservato che i benefici salutistici differivano in base alla parte della pianta e al metodo di estrazione utilizzato. La corteccia è ricca di tannini, proantociani, antociani e terpenoidi con dimostrate proprietà antinfiammatorie ed è stata utilizzata per fermare le emorragie nasali, alleviare mal di gola, ulcere e raucedine. I fiori, contenenti tannini, terpeni, terpenoidi, flavonoidi e oli organici, sono stati usati per trattare disturbi cardiovascolari, diabete e alcune infezioni di origine batterica. Alcaloidi, flavonoidi e tannini sono prevalenti nelle foglie, cui sono state attribuite proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, anticolinesterasiche e citotossiche; le foglie sono state utilizzate per ottimizzare il livello ematico di colesterolo e la gestione del peso corporeo.
I semi contengono antociani, tannini, acidi grassi, flavonoidi e steroli ed esplicano attività antimicrobiche, antitumorali e antiossidanti. In medicina tradizionale la buccia del frutto (contenente alcaloidi, antociani, antocianidine, tannini, flavonoidi, fenoli, proantocianidine, steroli, terpeni e xanthonoidi) è usata invece per l’azione antiproliferativa, antinfiammatoria, antiossidante e antitumorale, mentre il consumo di succo è stato associato alla riduzione dell’affaticamento e a una migliore qualità della vita. I meccanismi di azione del melograno coinvolgono principalmente le vie di segnalazione del fattore nucleare eritroide 2 (Nrf2), del fattore nucleare kappa B (NF-kB) e delle protein chinasi attivate da mitogeni (MAPK). L’attività in ambito antitumorale è stata studiata in modelli animali che hanno mostrato come gli estratti di buccia di melograno interferiscano con la proliferazione delle cellule tumorali.
Il melograno è stato studiato anche per i suoi effetti antivirali e la ricerca ha mostrato che esplica attività antivirale contro il norovirus umano e attività inibitoria contro la sindrome respiratoria acuta da SARS-CoV-2. Diversi studi clinici ne hanno poi valutato le proprietà antidiabetiche osservando, tra l’altro, che un estratto acquoso della buccia inibisce lo stress ossidativo da iperglicemia. Inoltre estratti metanolici delle foglie hanno migliorato il profilo lipidico, normalizzato la concentrazione di albumina sierica e abbassato i valori glicemici. Altri studi hanno mostrato che il melograno esplica proprietà androgene, che possono essere prese in considerazione nel trattamento dell’infertilità maschile. Il consumo di melograno potrebbe migliorare infine il microbiota intestinale e quindi contribuire alla prevenzione di problemi emergenti come obesità e diabete. Ad oggi, dal melograno sono stati isolati composti attivi quali alcaloidi, antocianidine, tannini, flavonoidi, fenoli, proantocianidine, steroli, terpeni, terpenoidi, xantonoidi, acidi grassi, acidi organici, lignani, saccaridi e vitamina C.
Fonte: Maphetu N, Unuofin JO, Masuku NP, et al. Medicinal uses, pharmacological activities, phytochemistry, and the molecular mechanisms of Punica granatum L. (pomegranate) plant extracts: A review. Biomed Pharmacother. September 2022;153:113256. doi: 10.1016/j.biopha.2022.113256.