Il luppolo (Humulus lupulus L.) è una pianta erbacea rampicante, rizomatosa e perenne, originaria dell’Europa, dell’Asia sud-occidentale e dell’America. Presenta foglie verdi, ruvide, dai margini seghettati; i fiori maschili sono disposti in piccoli e numerosi grappoli di colore giallo paglierino, mentre quelli femminili sono raggruppati in strutture simili a coni. La fitochimica del luppolo è ampiamente riportata in letteratura; l’olio essenziale è composto principalmente da monoterpeni, con il b-mircene come rappresentante principale (fino al 57,9%) e sesquiterpeni. Sembra che il luppolo fosse ignorato, almeno come medicamento, dalla medicina greco-Romana. Ne accenna Plinio, ma soltanto come pianta spontanea commestibile. Mesue, medico arabo del secolo XII, descrisse il luppolo come depurativo del sangue e Paracelso, più tardi, ne consigliò l’impiego nei disturbi digestivi. Successivamente parlò del luppolo anche Mattioli nei suoi «Discorsi» (Venezia 1557) come rimedio per il “dolore del capo” e nei disturbi di fegato e dello stomaco lamentando anche l’impiego limitato nella terapia dell’epoca. Nel secolo scorso il Luppolo trovò impiego come amaro tonico e stomachico, sedativo nervoso e anafrodisiaco.
Circa la sua attività sedativa e ansiolitica uno studio in vivo (Zanoli et al 2005) ha valutato gli effetti dell’estratto di luppolo e della sua frazione contenente acidi alfa sul sistema nervoso centrale. Entrambi gli estratti, somministrati per via orale, hanno potenziato l’effetto sedativo del pentobarbital in modo dose-dipendente. Risultati simili sono stati ottenuti con estratti etanolici di H. lupulus a dosaggi più elevati (100 e 200 mg/kg) in un’altra sperimentazione in vivo (Schiller et al. 2006): in particolare l’attività sedativa è stata attribuita a tre categorie di costituenti degli estratti di luppolo; gli acidi amari si sono dimostrati i costituenti più attivi, seguiti dagli acidi amari e dall’estratto di olio di luppolo. Un altro esperimento in vivo ha osservato un evidente declino dell’attività motoria dopo 14 giorni di somministrazione di estratto secco di luppolo. Il meccanismo d’azione degli effetti neurofarmacologici degli estratti secchi di luppolo può essere spiegato dalla presenza di molecole ad attività GABA-simile e dall’interazione di alcuni suoi composti con i recettori della melatonina e della serotonina. Gli studi clinici sull’azione ansiolitica e promotrice del sonno del luppolo sono stati condotti solo con miscele di luppolo e altre piante officinali, tra cui la valeriana e il rosmarino. Il Comitato per i prodotti medicinali a base di piante (HMPC) ha valutato i preparati a base di luppolo per alleviare lo stress mentale e favorire il sonno dichiarando che tali effetti si basano sull’uso tradizionale. Ciò significa che la loro efficacia è plausibile e vi sono prove che sono stati utilizzati in modo sicuro da almeno 30 anni (di cui almeno 15 all’interno dell’Unione Europea). Il Ministero della Salute italiano attribuisce all’infiorescenza di luppolo (strobilo) l’effetto di rilassamento e induzione del sonno in caso di stress.
Fonte: Motti R, de Falco B. Traditional Herbal Remedies Used for Managing Anxiety and Insomnia in Italy: An Ethnopharmacological Overview. Horticulturae 2021, 7, 523. https://doi.org/10.3390/horticulturae7120523.