La calendula (Calendula officinalis L.) è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Presenta un fusto eretto, ramificato e ricco di peluria che può raggiungere un’altezza di 60-80 cm., è coltivata principalmente in pianura o in mezza montagna e fiorisce nelle zone calde e soleggiate. In Europa è presente soprattutto lungo il bacino Mediterraneo. Si tratta di una pianta eliotropica, ovvero i suoi fiori seguono il corso del sole: per questo, sin dall’antichità, i Latini la chiamarono solsequium, “che segue il sole”, per i suoi fiori che sbocciano quando splende il sole, a cui sono sempre rivolti, e si chiudono al tramonto. Per questa sua capacità di seguire il movimento del sole, il periodo di fioritura della calendula è particolarmente lungo, da inizio estate a fine autunno. Tuttavia, i fiori hanno una durata breve e la pianta non resiste all’inverno. I principali componenti sono flavonoidi, olio essenziale, composti terpenici, mucillagini, vitamina C, carotenoidi.

La calendula era usata nell’antichità come colorante, cosmetico e anche come alimento; successivamente le civiltà greca, indiana e araba ne scoprirono le virtù medicinali. In Europa, nel XII secolo, Ildegarda di Bingen la cita nel suo trattato di medicina, sottolineandone l’impiego in caso di impetigine del cuoio capelluto, crosta lattea o disturbi intestinali. La calendula viene utilizzata tradizionalmente in applicazione topica su ferite, eruzioni e infiammazioni della pelle. È idratante e stimola la riparazione cellulare in caso di infiammazioni, irritazioni e screpolature; svolge anche un’azione antisettica e antibatterica e ha proprietà lenitive, in particolare in caso di scottature dopo l’esposizione al sole. Studi preclinici ne hanno dimostrato gli effetti antinfiammatori, antiossidanti, antimicrobici e citotossici. Modelli animali suggeriscono anche proprietà foto e cardioprotettive.

Gli studi sull’uomo sono invece limitati. Una formulazione a base di erbe contenente calendula ha migliorato l’otite media acuta; altri studi suggeriscono un beneficio con la calendula in applicazione topica nella profilassi della dermatite da radiazioni (radiodermite), nel piede diabetico, nelle ulcere venose delle gambe, la candidosi vaginale e il dolore da episiotomia. I risciacqui con collutori contenenti calendula possono alleviare la stomatite indotta dalla chemioterapia. I triterpenoidi presenti nella calendula esplicano proprietà antinfiammatorie e antivirali. Gli effetti fotoprotettivi delle formulazioni topiche in gel sono attribuiti al miglioramento della sintesi di collagene nel tessuto connettivo subepidermico. La calendula modula anche le vie antiossidanti e antinfiammatorie attraverso l’attivazione di Akt e Bcl2 e la downregulation del TNF-alfa. L’olio essenziale derivato dai fiori di calendula svolge un’attività di protezione solare e previene le alterazioni cutanee indotte dai raggi UVB. L’accelerazione della guarigione delle ustioni può avvenire attraverso l’aumento della collagene-idrossiprolina e dell’esosamina, due bioindicatori della guarigione delle ferite.  La calendula può provocare delle reazioni allergiche alle persone che soffrono di ipersensibilità alle Asteracee.


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