Con il termine di sindrome metabolica si indica la combinazione di parametri fisiologicamente alterati quali, ad esempio, un’elevata glicemia a digiuno, pressione alta, obesità, aumento dei livelli di trigliceridi, insulinoresistenza, diabete, elevati livelli ematici di colesterolo LDL e per contro ridotti livelli di colesterolo HDL.
Una efficace gestione di questa sindrome è fondamentale, essendo associata a complicazioni durature e gravi per la salute. A tal fine si richiede un approccio personalizzato e incentrato in primo luogo su modifiche dello stile di vita raggiungibile con una varietà di mezzi, tra cui l’aumento dell’attività fisica, l’adozione di una dieta salutare, in associazione all’impiego dei farmaci appropriati.
Nei Paese occidentali la gestione di questi indicatori di rischio attraverso la prescrizione di farmaci ed esercizio fisico è consolidata. Nelle culture orientali si fa ampio utilizzo anche di erbe e spezie, uso che può fornire vantaggi significativi in affiancamento all’approccio farmacologico.
Le spezie sono una importante fonte di composti bioattivi funzionali come hanno chiarito diversi lavori scientifici. Questa review narrativa pubblicata su Nutrients offre un’ampia panoramica sull’impiego e i benefici delle spezie in questo specifico contesto, evidenziando le prove di efficacia conseguite dalla ricerca scientifica.
La revisione di Dana Hasan Alkhatib et al., ad esempio, ha valutato i recenti studi riguardanti la gestione della sindrome metabolica con preparati a base di erbe, al fine di esplorarne la possibilità di utilizzo come trattamenti integrati.
Diverse spezie si sono dimostrate efficaci nella gestione dei fattori di rischio chiave di questa sindrome, quali obesità/obesità addominale, profilo lipidico, ipertensione e sensibilità all’insulina; altri hanno riportato una riduzione dell’appetito in individui obesi dopo la regolare assunzione di alcune erbe con relativa perdita di peso.
Il ruolo delle spezie
Lo zenzero, la cannella, i semi di Nigella sativa vengono ampiamente utilizzati, in particolare in India, Europa e Paesi arabi non soltanto per la preparazione dei cibi, ma anche con finalità curative.
Gli effetti di zenzero, cannella e semi di cumino (e anche di fieno greco, cardamomo, zafferano e curcuma) sui parametri chiave della sindrome metabolica e delle patologie cardiovascolari hanno le premesse che consentono un loro impiego come intervento nutrizionale aggiuntivo, anche nella prevenzione in soggetti ad alto rischio.
Secondo una metanalisi sullo zenzero il consumo di questa spezia sotto forma di compresse, capsule, polvere ecc. ha abbassato in maniera sostanziale la glicemia a digiuno e i livelli dei trigliceridi, aumentando nel contempo i livelli di colesterolo HDL. Alcuni studi hanno anche suggerito che lo zenzero abbia un certo effetto sul calo ponderale.
Evidenze scientifiche hanno mostrato che la cannella può migliorare il controllo della glicemia ed è efficace anche come agente antipertensivo. Uno studio clinico randomizzato in doppio cieco con controllo placebo ha osservato una diminuzione significativa della pressione arteriosa sia sistolica che diastolica. I semi di cumino nero, infine, hanno dimostrato effetti benefici sui parametri cardiometabolici negli adulti.
Fonte: Alkhatib DH, Jaleel A, Tariq MNM, Feehan J, Apostolopoulos V, Cheikh Ismail L, Stojanovska L, Dhaheri ASA. The Role of Bioactive Compounds from Dietary Spices in the Management of Metabolic Syndrome: An Overview. Nutrients. 2022; 14(1):175. https://doi.org/10.3390/nu14010175