Due studi scientifici dimostrano la sicurezza di una delle preparazioni vegetali più usate ma non disponibili dall’aprile scorso, quando è entrato in vigore un regolamento della Commissione europea che, sulla base di un’opinione di EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), ha vietato in Europa la vendita di preparati e integratori alimentari contenenti alcune sostanze presenti nelle foglie dell’Aloe come aloe-emodina, accusate di essere genotossiche, ossia in grado di modificare il DNA in test su cellule isolate.

In occasione del convegno della SITOX (Società italiana di tossicologia), che si è svolto a Bologna nell’ottobre scorso, sono stati presentati i risultati di due studi in vivo sul tema – pubblicati sulle riviste scientifiche Toxicology Reports e Regulatory Toxicology and Pharmacologyche stabiliscono che gli estratti di Aloe specie e aloe-emodina non sono genotossici.

“Come i nuovi dati oggi disponibili dimostrano inequivocabilmente – ha commentato il professore Corrado Galli, autore di entrambi gli studi -, il divieto all’uso degli estratti dell’Aloe in Europa, ritenuto ingiustificato dalla comunità scientifica stessa alla luce dell’incertezza dei dati scientifici usati da EFSA per la sua valutazione, risulta quindi privo di motivazioni scientifiche”.

Sulla base di questi dati la Società italiana di scienze applicate alle piante officinali e ai prodotti per la salute (SISTE) ha chiesto alla Commissione Europea di rivedere il divieto che riguarda l’Aloe e di riammettere sul mercato le preparazioni a base di questa sostanza negli alimenti. “L’Aloe è sicura – ha dichiarato la Presidente della SISTE Marinella Trovato – lo confermano recenti e autorevoli studi.

Vorrà ora la Commissione Europea, sulla base di questi nuovi dati, prendere in considerazione le nuove informazioni e porre rimedio a una decisione che ha messo in ginocchio un’intera filiera?”. La lettera alla Commissione Europea è stata firmata anche da ASSOERBE e Federimpresa Erbe.