Il sambuco (Sambucus nigra L.) è una specie botanica originaria dell’Eurasia e del Nord America che cresce nelle aree temperate dell’Europa e del Nord America e ha diverse varietà e sottospecie regionali. Nella medicina popolare alla pianta sono state attribuite varie proprietà curative, inclusa quella di promuovere una maggiore longevità e vitalità.

Tradizionalmente fiori e frutti del sambuco sono stati impiegati per alleviare i sintomi del raffreddore e dell’influenza, per i sintomi delle infiammazioni e disturbi a carico dell’albero respiratorio ma anche a scopo lassativo.

Il sambuco è presente in numerose Farmacopee, tra cui quella austriaca, olandese, tedesca, ungherese, italiana, portoghese e svizzera.

Benché storicamente siano state utilizzate diverse parti della pianta (foglie, fiori, frutti ecc.), la moderna ricerca scientifica si sta concentrando principalmente sulle proprietà salutistiche dei frutti, ricchi in antociani, fenoli e altri nutrienti.

Studi in vitro hanno dimostrato che i frutti di sambuco possiedono proprietà antivirali, antibatteriche, antidiabetiche, immunomodulanti, antiossidanti, antinfiammatorie e chemiopreventive.

È stato dimostrato inoltre che i flavonoidi e le proantocianidine presenti nell’estratto di sambuco bloccano l’infezione da HIV e possono sinergizzare con i farmaci anti-HIV come l’enfuvirtide.

Il sambuco ha esplicato, inoltre, effetti protettivi contro i fattori di stress ossidativo nelle cellule endoteliali, ma non ha dimostrato di avere effetti vasoprotettivi.

Gli studi condotti nell’ambito cardiovascolare non ne hanno riscontrato l’efficacia nel migliorare i biomarcatori di queste patologie. Piccoli studi, infine, hanno rilevato che il sambuco è sicuro ed efficace per alleviare la stipsi cronica e che contribuisce a ridurre i sintomi dell’influenza, sebbene siano necessarie ricerche più ampie per confermare queste attività.

Fonte: Herbs, Memorial Sloan Kettering Cancer Center

Foto: per gentile concessione del dr. Luigi Giannelli