Francia: prove di rilancio dell’erboristeria

In Francia il diploma di erborista è stato soppresso nel settembre del 1941 dal governo di Vichy. Da allora non è più stato reintrodotto, anche se gli erboristi diplomati potevano continuare a praticare la professione fino alla morte grazie a una disposizione del settembre 1945.

Oggi tuttavia gli erboristi francesi sono rimasti in pochissimi e c’è il rischio concreto che questa professione scompaia del tutto. D’altra parte, la commercializzazione delle piante medicinali è riservata alle farmacie ad eccezione di 148 piante medicinali “da banco”.

Diverse associazioni francesi hanno lanciato quindi una petizione per chiedere ai Ministeri della Salute e dell’Istruzione di creare le condizioni affinché sia di nuovo possibile esercitare la professione di erborista. Almeno duecento studenti ogni anno, infatti, vorrebbero diventare erboristi, si legge nella petizione, ma non c’è nessuna offerta formativa in questo ambito e le associazioni che attualmente propongono corsi di erboristeria non sono riconosciute dall’università.

Secondo la petizione il ripristino della professione di erborista in Francia consentirebbe di creare nuovi posti di lavoro; di migliorare la protezione dei consumatori; di promuovere la qualità e rendere più dinamico il settore delle piante officinali, consentendo di preservare il patrimonio culturale della tradizione erboristica.

Le associazioni propongono ai Ministri interessati di rivedere l’attuale quadro legislativo che vieta la vendita di piante medicinali fuori dal circuito farmaceutico e di reintrodurre nel curriculum universitario una formazione ufficiale nella professione di erborista.

A fine settembre il dossier erboristeria ha trovato una sponda nel Senato, grazie all’impegno del senatore ecologista Joël Labbé.

Dopo aver incontrato e ascoltato un centinaio di produttori, raccoglitori, erboristi, farmacisti, dottori, ricercatori, è stata stilata una lista di azioni per il prossimo futuro che prevede, fra l’altro, di inserire l’erborista nella lista del patrimonio immateriale dell’Unesco e di creare un marchio “piante della Francia”, con una produzione di qualità consolidando il settore biologico e la raccolta sostenibile. Queste richieste incontrano l’opposizione innanzitutto dei farmacisti.

Negli ultimi 20 anni in Francia l’interesse per le piante medicinali è in aumento e molte specie vegetali sono comunemente impiegate sotto forma di tisane, estratti, integratori alimentari o formulazioni cosmetiche.