Melissa, dall’antica Grecia a noi

Originaria dell’Europa del sud, la melissa è una pianta perenne con un caule eretto lungo da 30 a 80 cm ramoso, con foglie opposte, ovali, picciolate ricche di ghiandole olifere. I fiori, che di solito compaiono da giugno ad agosto, sono piccoli, non appariscenti, di colore da giallo a bianco-rosato. I frutti maturano in settembre-ottobre e sono costituiti da acheni lunghi, ovali, bruni, glabri. Le sue foglie, strofinate fra le dita, emanano un piacevole profumo che ricorda quello del limone, per questa ragione la pianta è nota anche come erba limoncina, oltre che come erba Luigia o cedronella. Le foglie fresche sono impiegate per la preparazione di bevande e si possono aggiungere a pietanze, insalate e salse mentre quelle essiccate si impiegano per infusi, oltre che per la preparazione di sacchetti profumati e pot-pourri. Il filosofo e botanico greco Teofrasto di Ereso (372-287 AC) nel suo libro Historia Plantarum ha trasmesso una delle prime descrizioni botaniche di questa pianta, che nell’antica Grecia veniva considerata adatta per rafforzare il cuore e il cervello e alleviare il dolore fisico e morale. Tuttavia è grazie ai Carmelitani francesi e alla loro ricetta dell’acqua di melissa o acqua antisterica – composta da melissa e altre erbe – che questa pianta venne maggiormente conosciuta. Si ritiene ad esempio che il “balsamo” di cui parlano sia l’Odissea di Omero sia la commedia di Shakespeare “Le allegre comari di Windsor” sia proprio quello di melissa. Tradizionalmente la melissa è stata utilizzata per lenire i disturbi di origine nervosa, alleviare le punture di insetto, aumentare la sudorazione, trattare raffreddori, problemi gastrointestinali, turbe del sonno e febbre. In epoca più moderna i preparati a base di melissa hanno dimostrato attività antimicrobica, antiossidante, antivirale, batteriostatica, neuroprotettiva, analgesica e sedativa. Fra le sue indicazioni ci sono colon irritabile, gastrite, dispepsie, cefalea, insonnia, tremori e tachicardia. La pianta contiene acidi fenolici (primariamente acido rosmarinico), flavonoidi e olio essenziale (con citronellale, nerale, e geraniale come composti principali). La melissa produce un abbondante nettare ed è molto amata dalle api, come dimostra il suo stesso nome che in greco significa produttrice di miele, cioè ape.

 

Fonte: HerbMedPro record.