L’Oms contro gli acidi grassi trans

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si pronuncia ufficialmente contro gli acidi grassi trans, presenti in diverse tipologie di alimenti processati industrialmente come merendine, snack, prodotti da forno, oltre che nella margarina. Questi grassi, sviluppati artificialmente all’inizio del Novecento, per prolungare la vita dei prodotti alimentari sugli scaffali dei supermercati, sono ritenuti la causa ogni anno di 500.000 decessi nel mondo collegati a patologie cardiache. La massima agenzia di salute internazionale ha lanciato quindi un appello ai governi nazionali, affinché adottino la strategia denominata “Replace”. Si tratta di sei azioni che hanno l’obiettivo di arrivare progressivamente a eliminare questi grassi nelle produzioni industriali entro i prossimi cinque anni. Il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato: “Chiediamo ai governi di usare le azioni di Replace per eliminare queste sostanze dal cibo. La loro implementazione rappresenterebbe una grande vittoria nella lotta alle malattie cardiovascolari”.  In Danimarca, il primo paese che ha emanato normative che limitano il ricorso agli acidi trans nella produzione alimentare, la percentuale di decessi da patologie cardiovascolari è diminuita più rapidamente rispetto ad altri paesi dell’OCSE, ha ricordato l’Oms. Nelle ultime linee guida appena pubblicate sull’argomento dall’Organizzazione mondiale della sanità, si raccomanda che non oltre l’1% delle calorie introdotte con la dieta provenga da questa fonte, ricordando che una alimentazione ricca di questo tipo di grassi aumenta il rischio di malattie cardiache del 21% e di morte del 28%. Di seguito le sei azioni auspicate, sintetizzate nell’acronimo “Replace”: REview, cioè revisionare le fonti industriali di grassi saturi, Promote, promuoverne la sostituzione con alternative salutari, Legislate, ossia emanare normative per bandirli, Assess, studiare il contenuto nella dieta della popolazione, Create, creare una sensibilità al problema, Enforce, far rispettare le leggi emanate sulla materia.

 

Fonte: http://www.who.int/nutrition/en/