Consumo di fitosteroli e spesa sanitaria in Europa

Secondo il recente rapporto Frost & Sullivan “Healthcare Cost Savings of Phytosterol Food Supplements in the European Union” (http://www.foodsupplementseurope.org ), realizzato per Food Supplements Europe, l’Associazione europea delle aziende produttrici di integratori alimentari, il consumo di 1,7 g di fitosteroli al giorno da parte degli adulti europei di età superiore ai 55 anni con ipercolesterolemia importante potrebbe ridurre del 2,3% il rischio di ricovero in ospedale per eventi cardiovascolari, con un risparmio stimato di 5,3 miliardi di euro l’anno. L’ipercolesterolemia, causata da  livelli elevati di colesterolo LDL nel sangue, è associata a un rischio maggiore di eventi cardiovascolari. In Europa 31,1 milioni di persone con più di 55 anni soffrono di ipercolesterolemia grave e hanno un rischio stimato al 24,3% di avere un evento cardiovascolare con un conseguente ricovero ospedaliero. Diversi studi hanno mostrato che i fitosteroli possono ridurre i livelli di colesterolo LDL. I ricercatori della Frost & Sullivan si sono concentrati sul versante economico e hanno calcolato i costi correlati alla gestione degli incidenti cardiovascolari da ipercolesterolemia in questo gruppo della popolazione europea, stimando una spesa a carico dei servizi sanitari dell’Unione Europea di 1.328 miliardi di euro nel periodo 2016 – 2020. Si tratta di 266 miliardi di euro all’anno, equivalenti a 34.637 euro per ogni evento. Questo è il secondo studio che ha evidenziato le potenzialità di suddette sostanze tra le popolazioni a rischio. Nel primo studio, condotto nel 2016, i ricercatori di Frost & Sullivan avevano calcolato un risparmio annuale di 13 miliardi di euro dovuti a malattie cardiovascolari in relazione a un consumo giornaliero di 1.000 mg di integratori alimentari omega 3 EPA + DHA nella popolazione over 55. Questo nuovo rapporto, diffuso da Integratori Italia, ha valutato con una simulazione l’impatto dell’integrazione con fitosteroli sui costi dei servizi sanitari europei e sulla qualità di vita dei soggetti a rischio oggetto dello studio.