Il carciofo, (Cynara scolymus L.) è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Asteracee alta fino a 1,5 metri, provvista di un rizoma sotterraneo dalle cui gemme si sviluppano più fusti.
La droga è costituita dalle foglie caulinari, che presentano uno spiccato polimorfismo anche nell’ambito della stessa pianta; generalmente sono grandi, oblungo-lanceolate, con lamina intera nelle piante giovani e in quelle prossime ai capolini, pennatosetta e più o meno incisa in quelle basali. La lamina è di colore verde lucido o verde-grigiastro sulla pagina superiore, mentre nella pagina inferiore è di colore verde-cinereo per la presenza di una fitta tomentosità.
I fiori sono riuniti in un capolino (detto anche calatide) di forma sferoidale, e di 5–15 cm di diametro, con un ricettacolo carnoso e concavo nella parte superiore. Sul ricettacolo sono inseriti i fiori con corolla tubulosa e azzurro-violacea e calice trasformato in un pappo setoloso.
Le foglie di carciofo hanno un’azione coleretica, regolatrice del flusso biliare ed epatoprotettrice che si rende particolarmente preziosa nelle turbe epatobiliari, ove può alleviarne la sintomatologia. Inoltre le foglie di questa pianta agiscono sul colesterolo e sui trigliceridi endogeni diminuendone la produzione e aumentandone l’escrezione e la ridistribuzione nei depositi naturali.
Un’altra azione del carciofo si esplica nel trattamento della gotta: questa droga infatti è in grado di stimolare la diuresi e agisce sul metabolismo dell’urea, grazie all’azione di scarico tissutale dei metaboliti azotati.
Tra i costituenti del fitocomplesso del carciofo vi sono numerosi polifenoli derivati dall’acido caffeico raccolti sotto il nome di cinarina, flavonoidi, un principio amaro chiamato cinaropicrina, steroidi, zuccheri, sali e acidi.
Anche se si ritiene che il principio attivo di questa pianta sia la cinarina, si è notato che gli estratti che preservano il fitocomplesso ottengono risultati molto superiori rispetto alle singole molecole convalidando il concetto di Totum: “Il tutto è più che la somma delle singole parti”.
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