Nigella sativa, una review sull’efficacia

nigella sativa in a  vegetable gardenUna review pubblicata di recente sul Journal of Ethnopharmacology ha valutato l’efficacia clinica del cumino nero (Nigella sativa, Ranunculaceae), una pianta impiegata in molte culture tradizionali per un’ampia serie di problemi, quali infertilità, febbre, bronchite, tosse, emicrania ecc. La ricerca è stata condotta nelle principali banche dati internazionali (PubMed, Science Direct, Scopus e Google Scholar) e ha riguardato i lavori pubblicati fra il 1979 e il 2015. Diversi studi scientifici, in realtà, hanno riportato le numerose proprietà correlate alla pianta (antidiabetiche, antiossidanti, immunomodulanti, antimicrobiche, analgesiche ed epatoprotettive), ma questa è la prima ricerca che ha passato in rassegna l’attività nell’ambito clinico. Gli effetti benefici del cumino nero sono stati attribuiti ad alcuni suoi costituenti, quali nigellicina, nigellidina, timochinone (TQ), ditimochinone, timolo e carvacrolo; numerose sue attività sono correlate ai componenti dell’olio essenziale, e principalmente al timochinone. Sull’azione antinfiammatoria di questa droga sono state trovate in letteratura 10 ricerche (7 studi clinici e 3 in vitro), incluso uno studio in crossover controllato con placebo sull’azione nell’artrite reumatoide. La ricerca, condotta su 40 soggetti, ha mostrato un calo significativo della conta leucocitaria, del punteggio relativo alla patologia, del gonfiore articolare e della durata della rigidità mattutina nei soggetti trattati rispetto al gruppo placebo. Gli autori hanno suggerito quindi questa pianta come un’alternativa sostenibile in caso di problemi infiammatori. Un’altra ricerca ha riguardato il suo impiego nella vitiligine. Uno studio in doppio cieco con controllo placebo su 53 pazienti ha mostrato che l’olio di nigella è più efficace di quello di pesce in questo problema, senza effetti avversi di rilievo. Altri studi in vitro hanno evidenziato l’attività immunomodulante per la frazione lipidica e idrosolubile di Nigella sativa, tale da raccomandare il preparato nella profilassi e nella terapia adiuvante delle patologie immunitarie. Alcune ricerche hanno evidenziato l’attività antibatterica dell’OE, più marcata contro batteri  Gram-positivi rispetto ai Gram-negativi. Un lavoro clinico ha valutato l’effetto di un estratto etanolico di cumino nero e zenzero sull’epatite C, rilevando un calo della carica virale e dell’alterazione funzionale epatica. Otto sperimentazioni in vitro hanno esaminato l’attività antitumorale dell’estratto etanolico e acquoso di NS su alcune linee cellulari di tumore umano; è stata rilevata un’azione in questa sfera, ma resta necessario approfondire l’argomento con altre ricerche. Sono state esaminate le attività della pianta sulle turbe del metabolismo (diabete, sindrome metabolica e iperlipedimia) e sulla salute renale con 15 studi che, in alcuni casi, hanno riportato buoni risultati. Fra questi uno studio clinico in doppio cieco controllato con placebo a due bracci ha mostrato un’azione sinergica positiva dell’olio di cumino nero e di aglio sull’iperlipedimia. L’azione di Nigella sativa su invecchiamento e memoria è stata riferita da diverse ricerche; Bin Sayeed et al. ipotizzano che la supplementazione di preparati a base di questa pianta possa prevenire o addirittura rallentare le complicanze del morbo di Alzheimer. Nella rassegna si parla anche dell’attività nell’ambito cardiovascolare, riconducibile probabilmente al timochinone, ai polifenoli e agli acidi grassi insaturi presenti nella pianta. Sono diverse, pertanto, le attività attribuite al cumino nero, anche se gli autori suggeriscono ulteriori studi clinici per confermarne l’effetto nelle varie condizioni di salute e individuare con maggiore precisione il meccanismo d’azione nei singoli contesti. Si ricorda che la lista Belfrit, che affianca la Lista Ministeriale dal 27 marzo 2014, autorizza l’impiego dei semi di questa pianta negli integratori.

Fonte: Gholamnezhad Z, Havakhah S, Boskabady MH. Preclinical and clinical effects of Nigella sativa and its constituent, thymoquinone: A review. J Ethnopharmacol. 2016 Aug 22;190:372-86.