Uncaria, nuove ricerche

L’artiglio del gatto (uña de gato, Uncaria tomentosa, U. guianensis, Rubiaceae) è una liana che può raggiungere 19 metri di altezza e cresce nella zona del Perù, Colombia e Bolivia a un’altitudine tra 100 e 500 metri. A scopo curativo, anche a livello tradizionale, si utilizzano la corteccia delle radici e parti inferiori del fusto di piante adulte, raccolte prima della fioritura.

La pianta è chiamata “Unghia di gatto” dagli indigeni del Perù per la sua forma particolare, che richiama l’unghia del gatto e in relazione alle spine a forma di uncino che servono alla pianta ad agganciarsi agli alberi, favorendone la crescita verso l’alto in cerca della luce di cui ha bisogno.

Uncaria t. è utilizzata da molti gruppi indigeni dell’America tropicale per un’ampia gamma di problemi: infiammazioni (soprattutto di natura reumatica), artriti, infezioni del tratto urinario e ulcere gastriche, oltre che per purificare il sangue, per le impurità della pelle, per emorragie e irregolarità mestruale, nei casi di febbre e di asma. Nella regione di Piura al decotto della corteccia si attribuiscono proprietà anticoncezionali; è considerato inoltre un rimedio per i tumori del tratto urinario femminile, per reumatismi e cirrosi. I “Boras” utilizzano l’uncaria per la gonorrea, mentre le popolazioni native della Colombia e della Guyana vi fanno ricorso in caso di dissenteria.

Ricerche recenti hanno attributo al fitocomplesso della pianta un’attività immunostimolante. Uno studio prospettico realizzato a San Paolo, in Brasile, ne ha verificato l’efficacia e il profilo di sicurezza su pazienti affetti da diverse forme di tumore solido (colon, mammella e polmone) per i quali non esistevano più possibilità di intervento terapeutico convenzionale e con un’aspettativa di vita di almeno due mesi.

Dopo due mesi di supplementazione, ai dosaggi di 100 mg di estratto secco di U. tomentosa 3 volte al giorno, i risultati hanno mostrato un miglioramento della qualità della vita, anche su sintomi quali l’astenia correlata al cancro e il benessere sociale. Nessuno dei parametri biochimici e infiammatori valutati dai ricercatori (interleuchina-1 e -6, proteina C-reattiva, fattore di crescita tumorale alfa, tasso di sedimentazione eritrocitaria e glicoproteina acida α-1) è cambiato in maniera significativa. Non è stata individuata una risposta tumorale secondo i criteri di valutazione della risposta tumorale nei tumori solidi, ma in quattro soggetti la malattia oncologica si è stabilizzata per più di 8 mesi.

Il rimedio è stato ben tollerato dalla maggioranza dei pazienti. Pertanto la conclusione di questo studio è che Uncaria t. può portare dei benefici alle persone con tumore di stadio avanzato migliorandone la qualità di vita e riducendo la fatigue correlata al cancro.

Il meccanismo d’azione infine non sembra correlato alle proprietà antinfiammatorie di questa pianta. Allo studio hanno partecipato 51 volontari, con età media di 64 anni, di cui il 47% donne.

La pianta viene impiegata anche in malattie quali l’AIDS e altre patologie del sistema immunitario, come sostegno durante il trattamento chemioterapico nonché in caso di infezioni virali e nell’osteoartrite.

Fonte: de Paula LC, Fonseca F, Perazzo F, et al. Uncaria tomentosa (cat’s claw) improves quality of life in patients with advanced solid tumors. J Altern Complement Med. 2015;21(1):22-30.