Lo afferma l’ultimo report dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (IUCN) che con la European Red List of Medicinal Plants ha divulgato, per la prima volta, informazioni sullo stato di salute delle principali piante medicinali autoctone dell’Europa.
La valutazione ha riguardato 400 piante che occupano un’ampia gamma di habitat. Alcune di queste sono molto comuni e note, quali ad esempio l’arnica (Arnica montana), l’erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), il rosmarino (Rosmarinus officinalis) e l’erica comune (Calluna vulgaris).
L’Europa si caratterizza per una consistente biodiversità vegetale e una grande presenza di piante spontanee utilizzate a scopo salutistico e curativo da secoli. Questo patrimonio ha anche un valore economico e, afferma l’istituzione, deve essere preservato e i dati appena comunicati servono precisamente a questo scopo. Tra le principali minacce c’è la raccolta in natura, per uso curativo e commerciale. L’Italia , insieme a Germania, Spagna, Francia, Olanda, Gran Bretagna e Polonia, è fra i primi 20 importatori di piante medicinali e aromatiche a livello mondiale.
Secondo la IUCN il 31% delle piante medicinali europee è in declino, per il 25% delle specie non si hanno sufficienti dati per stabilirne la salute, il 42% è stabile e il 2,4% è a rischio estinzione. Soltanto il 3% delle specie è in crescita. “La percentuale delle specie a rischio di estinzione è relativamente bassa rispetto ad altri gruppi e, considerato il rilievo delle piante medicinali per la salute e l’ utilizzo in numerose formulazioni salutistiche e cosmetiche, le notizie non sono così negative”, ha detto Jean-Christophe Vié, responsabile per la IUCN del programma.
Fra le maggiori minacce, ha continuato, si segnalano la raccolta in natura delle piante, la perdita degli habitat e l’impatto dell’agricoltura. “La raccolta delle piante spontanee va a vantaggio della salute e delle comunità locali, ma deve essere sostenibile e condotta con sistemi di gestione appropriati”, ha commentato il primo autore di questo studio, David Allen. Fra le nuove piante a rischio, c’è Pulsatilla vulgaris, comune in Europa centrale e occidentale, minacciata soprattutto dalla gestione dei pascoli e dai cambiamenti delle pratiche agricole.