Le stime di Euromonitor International a chiusura del 2014 hanno confermato l’andamento positivo dei mercati degli integratori alimentari e delle vitamine nei principali Paesi dell’Unione Europea, ad eccezione della Germania. Per tutti i mercati, tranne quello tedesco, la percentuale di crescita annuale media varia dal 2,7% dell’Italia al 3,9% della Gran Bretagna. Per quanto riguarda invece la spesa pro-capite, il livello più alto si raggiunge in Italia con 29,50 euro, seguita dal Belgio con 27,20 euro.
Entrando nel merito delle singole categorie di prodotto, l’indagine ha mostrato la prevalenza nella maggioranza dei mercati dei Non-Herbal/Traditional Dietary Supplements; in Italia il trend della categoria è guidato da probiotici e minerali. La categoria degli Herbal Traditional Dietary Supplements (cioè a base di ingredienti vegetali) ha un ruolo importante in Francia e si sta rafforzando anche sul mercato italiano e su quello belga. In prospettiva le previsioni sul futuro andamento di integratori e vitamine sono positive, in particolare per il mercato italiano.
Un’altra ricerca condotta da Gfk Eurisko per FederSalus indica che l’80% degli italiani ha utilizzato almeno un integratore alimentare nell’ultimo anno (con un aumento del 15% dal 2012), ricercando in particolare la convenienza nel prezzo. I motivi per cui si fa ricorso agli integratori riguardano “tono e rinforzo” (38%), le esigenze di “cura” (40%) e “prevenzione” (39%), soprattutto tra dopo i 65 anni e fra le consumatrici. Le donne si confermano i principali consumatori di integratori (il 58% del totale), ma cresce il numero degli uomini che ne fanno uso (42%).