Cereali integrali per un peso forma

Raw wholegrain pasta scattered on white background

L’assunzione di cereali integrali ha un effetto sulla perdita di peso, in quanto riduce  le calorie trattenute durante la digestione e accelera  il metabolismo rispetto ai cereali raffinati. Lo afferma uno studio di ricercatori statunitensi pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. La ricerca spiega in che modo i cereali integrali e le fibre favoriscono una corretta gestione del peso aggiungendo ulteriori elementi a studi precedenti che avevano evidenziato un’associazione tra l’aumento del consumo di cereali integrali e fibre, la riduzione del peso corporeo e di conseguenza una salute migliore. I ricercatori hanno realizzato uno studio randomizzato comparativo in singolo cieco di otto settimane su 81 uomini e donne (età tra 40 e 65 anni).  Durante le prime due settimane tutti hanno assunto lo stesso tipo di cibo; poi i partecipanti alla ricerca sono stati assegnati in modo casuale a seguire una dieta con cereali integrali, oppure una dieta con cereali raffinati, che però non erano diverse per macronutrienti, tipo di cibo e struttura del pasto. Il gruppo che ha seguito la dieta integrale ha perso quasi 100 calorie in più al giorno, grazie alla combinazione di aumento del tasso metabolico a riposo e maggiori perdite fecali rispetto a coloro che hanno mangiato cereali raffinati, dunque senza molte fibre. Non sono emerse differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda fame, senso di pienezza e soddisfazione. I ricercatori invitano, tuttavia, a interpretare con prudenza questi risultati, che sono molto legati alla compliance alla dieta stessa, e aggiungono che l’utilizzo di alimenti con chicchi interi di cereali invece di farine integrali (come è avvenuto nello studio) potrebbe determinare un beneficio più netto.

Fonte: John Philip Karl et al. Substituting whole grains for refined grains in a 6-wk randomized trial favorably affects energy-balance metrics in healthy men and postmenopausal women.Am J Clin Nutr 2017. doi:10.3945/ajcn.116.139683