Sono ormai numerose le evidenze scientifiche a supporto degli effetti positivi per la salute del consumo di tè (Camellia sinensis) e che vengono attribuiti principalmente alle elevate concentrazioni di specifici polifenoli (flavonoidi). Questi composti sono ampiamente presenti nelle foglie e nei germogli essiccati di Camellia sinensis, impiegati per la preparazione dell’infuso. Ad oggi la maggior parte dei dati di ricerca disponibili proviene dai Paesi nei quali si consuma prevalentemente tè verde

Questa recente ricerca, uno studio prospettico di coorte, fornisce nuove informazioni sull’associazione tra tè e salute, e si basa al contrario su un campione di circa mezzo milione di persone (498 043), di entrambi i sessi e di età compresa tra i 40 e i 69 anni, che per la maggior parte (90%) assumevano abitualmente tè nero. Analizzando le informazioni su alimentazione e stile di vita, i dati genetici e i fattori di rischio di malattia, i ricercatori hanno osservato che tra i partecipanti allo studio che consumavano abitualmente tè (più dell’80% del campione), il rischio di mortalità durante un follow-up medio di 11,2 anni era moderatamente inferiore rispetto a coloro che non lo consumavano. Il beneficio maggiore era associato al consumo di 2-3 tazze di tè al giorno, con una probabilità di morte per qualunque causa inferiore del 13% rispetto al non consumo della bevanda.

Risultati simili hanno anche riguardato consumi di tè più elevati (ad esempio il 3% della popolazione studiata assumeva 10 o più tazze al giorno). Il consumo di tè è risultato correlato anche alla riduzione del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari, cardiopatia ischemica e ictus, ma non per tumori o patologie respiratorie. Su questi risultati non ha influito il fatto che le persone aggiungessero al tè zucchero o latte, la temperatura della bevanda consumata né la variazione genetica nel metabolismo della caffeina.

In conclusione, fanno rilevare i ricercatori, una maggiore assunzione di tè è stata associata a un minor rischio di mortalità tra coloro che bevevano 2 o più tazze al giorno, indipendentemente dalla variazione genetica nel metabolismo della caffeina. Questi risultati suggeriscono che il tè, anche a livelli più elevati di assunzione, può entrare a far parte di una dieta sana.

 

Fonte:

Inoue-Choi M, Ramirez Y, Cornelis MC, Berrington de González A, Freedman ND, Loftfield. Tea Consumption and All-Cause and Cause-Specific Mortality in the UK Biobank: A Prospective Cohort Study. E. Ann Intern Med. 2022 Aug 30. doi: 10.7326/M22-0041. Epub ahead of print.