Salvia hispanica (Lamiaceae) comunemente nota come chia, è una specie erbacea annuale originaria del Messico e del Guatemala settentrionale. La pianta può raggiungere un metro di altezza e presenta foglie seghettate, di color verde chiaro e fiori bilabiati bianchi o viola.

I suoi piccoli semi (2 mm di lunghezza) ovali venivano utilizzati dalle popolazioni dell’America centrale a scopo terapeutico, culinario e come offerta religiosa. Occasionalmente venivano utilizzate anche la radice e le parti aeree.

Insieme al mais, ai fagioli e all’amaranto, i semi di chia erano uno degli alimenti base dei Maya e degli Aztechi e prima della colonizzazione spagnola erano utilizzati come rimedio popolare per alleviare disturbi della cute, problemi gastrointestinali, come febbrifugo e come impiastro per favorire la guarigione delle ferite aperte. L’olio estratto dai semi veniva impiegato per trattare infezioni agli occhi e disturbi gastrici, oltre che come offerte alle divinità azteche.

Negli anni più recenti questi semi salutari sono stati riscoperti come importante fonte alimentare e vengono impiegati principalmente per il contenuto elevato di acidi grassi essenziali come gli omega-3.

I semi di Chia hanno un basso contenuto di carboidrati (3,4%) e sono ricchi in proteine ​​ (18,9%) e lipidi (31,2%); inoltre contengono tutti gli amminoacidi essenziali e sostanze antiossidanti (tocoferolo, fitosteroli e carotenoidi). Costituiscono anche una buona fonte di minerali, quali calcio (fino a 600 milligrammi ogni 100 grammi), fosforo, potassio, magnesio, ferro e zinco.

Studi recenti ne hanno valutato i potenziali benefici per la salute in particolare per le malattie cardiovascolari e l’obesità. Il consumo di semi di Chia si è dimostrato promettente per abbassare i livelli di colesterolo mentre le fibre contribuiscono a regolare il transito intestinale.

 

Fonte: American Botanical Council, Herbal Gram.