Celiachia: gli antichi Romani usavano ginseng e curcuma

Farina

 

Secondo uno studio dei ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, i Romani utilizzavano dei rimedi erboristici per la celiachia, malattia di origine genetica e di natura infiammatoria, caratterizzata dalla distruzione della mucosa dell’intestino tenue.

Allo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Archaeological and Anthropological Sciences, hanno collaborato botanici e antropologi del Dipartimento di Biologia dell’Università Roma “Tor Vergata” (Antonella Canini, Alessia D’Agostino, Gabriele Di Marco, Angelo Gismondi, Cristina Martínez-Labarga, Olga Rickards) e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato (Valentina Leonini).

Lo studio integra la ricerca realizzata nel 2019 dagli scienziati del Laboratorio di Antropologia di Tor Vergata che aveva portato alla scoperta del primo caso noto di celiachia sulle ossa di una donna di circa 20 anni vissuta ad Ansedonia tra la fine del I e l’inizio del II secolo d.C.

L’analisi del DNA sullo scheletro di questa giovane donna aveva rivelato la presenza di marcatori genetici che predispongono alla celiachia. Successive indagini archeo-botaniche hanno ricostruito la dieta della donna, a base di cibi ricchi di glutine, e anche l’utilizzo di alcune piante medicinali. Esaminando la placca accumulata sui denti, i ricercatori hanno rilevato che per il trattamento dei disturbi alimentari provocati dalla celiachia si utilizzavano anche erbe e spezie, tra cui menta e valeriana.

Tra questi rimedi, gli scienziati hanno rintracciato anche la presenza di composti chimici che possono essere ricondotti a curcuma e ginseng, radici utilizzate nell’antica medicina cinese e in India e non presenti nella farmacopea greco-romana.

Secondo uno dei ricercatori, il botanico Angelo Gismondi, ciò evidenzia che probabilmente già allora esistevano scambi di piante medicinali e di conoscenze tra il Mediterraneo e l’Asia sud-orientale.