Il cibo è un fattore essenziale per una buona salute. E’ noto da tempo e questa fondamentale correlazione viene continuamente arricchita e documentata con nuove ricerche. L’ultima è stata pubblicata da poco sulla rivista Jama, edita dai medici americani. Lo studio è stato promosso e finanziato dai National Institutes of Health degli Stati Uniti, dove circa la metà di tutti i decessi per malattie cardio-metaboliche, come cardiopatia ischemica, ictus e diabete di tipo 2, sono in qualche modo riconducibili ad abitudini alimentari sbagliate. Gli autori dello studio hanno stimato, infatti, che su 702.308 morti dovute a patologie cardio-metaboliche, il 45% era associato a un regime alimentare sbagliato, e cioè a un’assunzione insufficiente di nutrienti salutari e per contro all’abuso di cibi considerati poco sani per la salute cardiometabolica. La percentuale più alta di decessi è stata dunque correlata a un eccessivo consumo di sodio; sul banco degli imputati anche le carni processate, le bevande zuccherate e un eccessivo consumo di carni rosse. Scarso invece il consumo di frutta e verdura, noci e semi, cereali integrali, grassi polinsaturi e omega-3 dal pesce. I tassi di mortalità risultano più elevati tra i maschi rispetto alle femmine; tra i neri e gli ispanici rispetto ai bianchi e tra le persone meno istruite rispetto a quelle con un’istruzione superiore. Pur riguardano un paese che ha abitudini alimentari abbastanza diverse dalle nostre, questi dati devono far riflettere sui modelli alimentari e rilanciare il modello della dieta mediterranea che, purtroppo, sta perdendo terreno proprio in Italia.
Fonte: N.T. Mueller, L.J. Appel. “Attributing Death to Diet – Precision Counts. JAMA 2017, Volume 317, Number 9, Pages 908-909.