Germania: vitamina D farmaco e non integratore?

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Gli integratori alimentari contenenti più di 20 mcg (dosi giornaliere) di vitamina D potrebbero essere considerati dei medicinali, dal momento che superano il livello di assunzione quotidiana raccomandato. Lo ha affermato l’Ufficio federale tedesco di protezione dei consumatori e sicurezza alimentare (BVL). Questa raccomandazione dell’Ufficio BVL si basa su un recente rapporto del Comitato di esperti dell’Ufficio stesso e dell’Istituto federale per i medicinali e i dispositivi medici (BfArM). Secondo queste ultime raccomandazioni, i prodotti regolamentati come alimenti destinati a fini medici speciali possono contenere dosi superiori a 20 microgrammi/die se questo apporto maggiore è giustificato per la popolazione considerata. La validità giuridica di questa raccomandazione è stata discussa da altri stakeholder; Food Compliance International, ad esempio, ha osservato che il fatto che un dosaggio giornaliero di 20 mcg/die di vitamina D potrebbe essere sufficiente a coprire le esigenze nutrizionali medie non significa automaticamente che un dosaggio più elevato eserciti un’azione farmacologica, immunologica o metabolica. “Se questo fosse vero – ha sostenuto – si potrebbe affermare che qualsiasi prodotto contenente vitamine o minerali in dosi superiori ai livelli di assunzione di riferimento dovrebbe essere classificato come medicinale, il che non accade in pratica”. A tale proposito una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea ha suggerito che l’assenza di un bisogno nutrizionale per una certa sostanza non è una valida giustificazione per un suo divieto.