OE del genere Pinus L.

Pinus sylvestris branch isolated on white background

Gli OE del genere Pinus, come in genere gli OE derivati dalle Conifere, sono caratterizzati chimicamente dai monoterpeni e sono, per questa ragione, particolarmente sensibili ai danni ossidativi. Genericamente è possibile dire che le attività tipiche di questi materiali sono balsamica, espettorante, mucolitica, analettica, moderatamente rubefacente, deodorante e stimolante.

Indicazioni possibili

Usati nei problemi respiratori in inalazione: asma, bronchite, tosse, sinusite, raffreddore e influenza, febbre. Come applicazione rubefacente locale per reumatismo, artrite, dolori muscolari. Sembrano esercitare una certa attività stimolante del SNC. Sono stati usati internamente per il trattamento delle infezioni urinarie, ma non ci sono dati scientifici che supportino quest’uso, e l’OE è solo moderatamente antisettico.

DATI DI SICUREZZA

Nessun OE delle Conifere, e in genere nessun OE a rischio ossidativo, dovrebbe essere utilizzato se troppo ‘vecchio’, ovvero se contiene abbastanza perossidi (idroperossidi) monoterpenici da aumentare il rischio di fenomeni allergici. Infatti i monoterpeni ossidati (in particolare il Δ3-carene e l’α-pinene) sembrano essere alla base di molti fenomeni di sensibilizzazione, e tutti gli OE delle Conifere che contengono Δ3-carene e altre sostanze capaci di formare perossidi sono da considerarsi potenziali sensibilizzanti. Il livello massimo di perossidi permesso è calcolato dall’IFRA in 10 mmol/l, determinato con il metodo EOA, anche se non sempre questo livello definisce realmente l’età del materiale, perché a volte anche OE appena distillati contengono troppi perossidi. Queste sostanze si sviluppano soprattutto nelle vecchie scorte, quindi è il caso di acquistare quantità ridotte e rinnovare di frequente lo stock. In termini temporali un OE di Conifera distillato bene e conservato altrettanto bene diventa ‘vecchio’ in 6-12 mesi. La conservazione a temperature ridotte, al buio e in atmosfera inerte può far aumentare il periodo a 12-24 mesi. L’IFRA suggerisce di aggiungere antiossidanti all’olio per mantenere artificialmente basso il livello di perossidi. Prestare particolare attenzione all’uso in soggetti allergici a profumi, cosmetici o preparazioni da bagno.

 

Olio essenziale di Pino silvestre

Nome scientifico          Pinus sylvestris L.

Sinonimi botanici        Pinus altissima Ledebour; P. borealis Salisbury; P. caucasica Fischer; P. friesiana Wichura; P. kochiana Klotzsch; P. rigensis Desfontaines; P. tartarica Miller

Nomi popolari              Pino selvatico; Pino di Scozia; Pino silvestre, Pino di Norvegia

Divisione                          Spermatofite

Sottodivisione                Gimnosperme

Classe                                Coniferopsida

Ordine                               Coniferales/Pinales

Famiglia                            Abietaceae/Pinaceae

Parte usata                      Foglie (aghi) e ramoscelli

Origine                              Tutto il mondo ma soprattutto Russia, Siberia, paesi Baltici ed Europa

Metodo d’estrazione   Distillazione in corrente di vapore

Resa                                     0,8%

Solubilità                           1:1 in etanolo al 90%; 1:5 in etanolo all’80%

Punto di ebollizione     200-220 gradi centigradi (Pinus spp.)

Strutture secretorie      Canali oleoresinosi schizogeni in radici, fusti e foglie

Varietà                                Sono utilizzate centinaia di cultivar

Note

L’OE si ottiene anche per distillazione distruttiva o secca. Dalla resina distillata in corrente di vapore si ottiene trementina; dalla distillazione a secco di segatura e scarti legnosi e delle radici si ottiene un OE di bassa qualità (OE di radice).

Adulterazione

L’OE di Pinus sylvestris è raro. L’OE in commercio è quasi sempre costituito da OE provenienti da varie altre specie di Pinus (P. cembra, P. pumilio, P. mugo, P. nigra, P. pinaster) e di Abies. Viene inoltre adulterato con misture di canfene, α-pinene, (-)-limonene, isobornil acetato, borneolo e altri composti isolati. Le aggiunte di borneolo e isobornil acetato possono essere scoperte grazie all’analisi GC dei rapporti borneolo/isoborneolo e bornil acetato/isobornil acetato.

COMPOSIZIONE CHIMICA

Classe rappresentativa: MONOTERPENI

Classi specifiche

Monoterpeni (elevate %)     α-pinene e β-pinene (in media il 70%); (-)-limonene (fino al 30%); Δ3- carene

Sesquiterpeni                   Longifolene, b-cariofillene, germacrene D

Alcoli                                   Borneolo (2%); isoborneolo (tr) α-cadinolo, α-terpineolo, muurolo

Esteri                                  Acetato di bornile (fino al 10%), acetato di isobornile (tr)

Nota: la trementina contiene Δ3-carene, dipentene, pinene, alcoli sesquiterpenici.

L’OE di radice contiene α e β-pinene (40%), furfurale, Δ3-carene (50%).

USO STORICO

Il Pino è stato utilizzato fino dagli albori della civiltà umana in vari modi. I semi di alcune varietà erano addirittura usati come cibo; le pigne erano utilizzate per insaporire i cibi e per ottenere l’olio e il balsamo. La resina era utilizzata fino a poco tempo fa in molte parti del mondo per estrarre schegge di legno. Gli estratti di Pino hanno una lunghissima tradizione di utilizzo medicinale grazie alle tante proprietà medicamentose, per congestione nasale e bronchiale, dolori muscolari e articolari, artrosi, reumatismi, come antisettico e come tonico ‘mentale’ dopo fatiche o malattie debilitanti.

CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE

Colore: il colore può andare dall’incolore al giallo paglierino, a volte con tinte verdastre.

Profilo olfattivo

Note generali

L’aroma dipende abbastanza dalla varietà utilizzata, ma la maggior parte ha l’aroma tipico da pino, fresco resinoso, un po’ più grezzo del pino mugo ma meno del pino nero. OE provenienti da Abies balsamica o Abies sibirica tendono ad avere note alte più dolci, e OE provenienti da Picea spp. hanno un aroma più crudo e da trementina.

ATTIVITA’

Nella Farmacopea Britannica del 1934 l’OE di Pino silvestre è descritto come antisettico ed espettorante per bronchiti e laringiti croniche, come rubefacente topico per articolazioni reumatiche, sia in applicazioni locali sia nel bagno.

Come tutti gli OE a elevato contenuto in monoterpeni, l’OE di pino silvestre sembra avere azione balsamica espettorante, rubefacente e stimolante del SNC, probabilmente per l’effetto irritante dei monoterpeni.

Studi farmacologici sull’uomo

Attività espettorante

Non esistono dati sull’OE isolato, ma su composti contenenti tra gli altri OE di pino silvestre.

Il Pinimentol (rimedio commerciale contenente mentolo, canfora, OE di Eucalyptus spp., di Pinus sylvestris e di P. pumilio) in applicazione sul torace di soggetti con broncospasmo ha aumentato del 50% il volume del fluido respiratorio, ne ha ridotto la viscosità e ha ridotto (seppure in maniera statisticamente poco significativa) i broncospasmi. In soggetti affetti da patologie polmonari cronico ostruttive ha aumentato la funzionalità polmonare, e ha ridotto tosse, dispnea e rantolo.

Il Vicks-VapoRub (rimedio contenente OE di Eucalyptus, mentolo, canfora e trementina) è stato testato in applicazione topica su bambini sofferenti di bronchite acuta, e ha aumentato l’ampiezza e la frequenza respiratoria, i periodi di quiete, e la temperatura cutanea (di 1 °C, probabilmente per la dilatazione dei capillari periferici, mediata da canali calcio).

Modelli animali

Ha azione balsamica-espettorante (grazie all’alto contenuto in monoterpeni).

Attività antimicrobica

In associazione con dosi sub-terapeutiche di diidrostreptomicina intramuscolo ha avuto effetto terapeutico sul bacillo della tubercolosi (intramuscolare su animali).

Attività di repellenza

L’OE è risultato repellente per le zecche quasi quanto il DEET, repellente per le zanzare (Aedes spp.), per la mosca (Musca domestica) e per le mosche della cipolla (Delia antiqua). Gli OE di pino generico sono inoltre attivi sulle tarme del legno e tendono a essere repellenti per i piccoli mammiferi.

Attività espettorante

L’inalazione dell’OE ha indotto in modelli animali un aumento del fluido tracheale e delle ghiandole salivari dopo 5-10 minuti dall’inalazione, probabilmente mediante un meccanismo chimico.

In vitro

Antibatterica con buon range (4 batteri su 5 testati). Antimicotica con moderata attività su un buon range di funghi (15 su 15 testati); rubefacente e stimolante del SNC. L’OE ha mostrato una moderata attività su 15 ceppi di funghi (su 15 testati). L’OE non ossidato è risultato inattivo su batteri G- (E. coli), attivo su batteri G+ (Staphilococcus aureus, Streptococcus faecalis, Bacillus subtilis ecc.) e su Candida albicans. Un OE commerciale (stato ossidativo sconosciuto) ha avuto efficacia simile ma inferiore rispetto all’OE non ossidato, ed è risultato inattivo su Candida albicans. Un altro OE commerciale ha invece mostrato una elevata attività antibatterica su Rhodococcus e Bacillus spp.; una significativa attività su Candida lipolytica, Aureobasidium pullulans e Geotrichum candidum ma nessuna attività antifungina alla concentrazione di 0,25-0,5%. La MIC per i funghi è risultata essere 2-3 volte più elevata della MIC per lieviti e batteri.

INDICAZIONI POSSIBILI

Sistema respiratorio: la combinazione della stimolazione del massaggio e dei vapori dell’OE emanati dalla pelle è ottima per ridurre la congestione nasale e del tratto bronchiale e per aiutare in caso di difficoltà respiratorie (non patologiche); a questo scopo l’OE può comunque essere utilizzato anche da solo come fragranza ambientale. Come inalazione, la combinazione del vapore acqueo e dei vapori dell’OE è ideale per catarro, congestione nasale e bronchiale, sintomi del raffreddore, dell’influenza e dell’otite, mal di gola, tosse, raffreddore, influenza, sinusite e congestioni varie.

Sistema muscolo-scheletrico: un OE eccellente per muscoli doloranti dopo l’esercizio e per condizioni reumatiche, sia utilizzato nel bagno sia nel massaggio, magari combinato con ginepro. Il massaggio, combinando la sua azione a quella dell’OE, è particolarmente indicato in caso di fibrositi e cattiva circolazione periferica.

Sistema nervoso: usato di mattina nel bagno è molto tonificante e rinfrescante. Può essere utilizzato allo stesso scopo come fragranza ambientale. Nel massaggio alcuni soggetti lo trovano stimolante mentre altri lo trovano rilassante.

Pelle: può essere usato in applicazione tipica e in associazione ad altri OE, in caso di infezioni cutanee batteriche e da Candida.

Repellenza: può essere usato in caso di presenza di zecche, zanzare e mosche.

DATI DI SICUREZZA

Tossicità

LD50 orale                                                      = 5,0 g/Kg

LD50 cutanea                                                 = 5,0 g/Kg

Dose media letale bambino di 3 anni        = 70 ml

OE classificato come R65 (“può causare lesioni polmonari se ingerito”) a causa del contenuto elevato in idrocarburi. Si raccomanda anche una etichetta S62 (“se ingerito non indurre il vomito: cercare aiuto medico e mostrare questo contenitore”).

Studi su esseri umani

Nessuna irritazione o sensibilizzazione a dosi del 12% utilizzando OE di Pinus sylvestris su soggetti con pelle normale. Ciononostante, molti OE della famiglia delle Pinaceae (contenenti terpeni come: α-pinene, β-pinene, d– e l-limonene e soprattutto Δ3-carene) sono implicati in reazioni allergiche di tipo eczematoso e dermatitico, e quindi è necessario prestare particolare attenzione nell’utilizzo dell’OE in soggetti sensibili.

Sommario

–             Non tossico

–             Non fototossico

–             Non sensibilizzante se fresco ma sensibilizzante se ossidato

–             Può irritare pelli delicate

Cautele

–             Dose media accettata in creme cosmetiche = 0,2%

–             Dose media accettata in profumi = 1,2%

–           IFRA: usare solo con perossidi < 10 mmol/litro, ovvero se l’OE è stato distillato da poco (6 mesi) e se è conservato a T basse. È probabile che un utilizzo a percentuali intorno allo 0,5% non costituisca un rischio

– Si sconsiglia l’utilizzo dell’olio essenziale per bocca in gravidanza e in allattamento al seno

– Non utilizzare in presenza di forti infiammazioni del tratto respiratorio, asma bronchiale, pertosse; o in soggetti nefropatici.

 

da “Il grande manuale dell’aromaterapia“, di Marco Valussi, 2a edizione, Tecniche Nuove SpA, Milano, 2013