Una nuova ricerca clinica ha mostrato che il picnogenolo, estratto della corteccia di pino, è in grado di accorciare in modo statisticamente significativo la durata del raffreddore comune riducendo anche la gravità dei sintomi associati a questo disturbo come mal di gola, congestione, cefalea, tosse e starnuti. Lo studio, realizzato presso l’Università di Chieti-Pescara e pubblicato sul numero di dicembre 2014 della rivista Panminerva Medica, ha riguardato 146 partecipanti, 70 dei quali hanno assunto il picnogenolo e 76 del gruppo di controllo, di età compresa fra 25 e 65 anni, tutti in buona forma fisica. Nessuno di essi aveva sofferto in precedenza di malattie respiratorie né aveva ricevuto la vaccinazione antinfluenzale nei tre mesi prima dell’inclusione nello studio.
I ricercatori hanno osservato che entro 4 giorni dall’integrazione con il picnogenolo (50 mg, bid/die), si è ridotto il numero delle giornate con raffreddore (3.1 giorni nel gruppo picnogenolo /4.2 giorni in quello di controllo), delle giornate lavorative perse (0.55 giorni gruppo picnogenolo / 0.67 giorni il gruppo di controllo) e la richiesta di altri trattamenti come spray, gocce nasali e aspirina. La supplementazione ha inoltre prevenuto in modo significativo le complicanze e le estensioni di questo disturbo. Lo studio ha riscontrato dunque, ha commentato il primo ricercatore Gianni Belcaro, che il picnogenolo è una risorsa naturale efficace per trattare i sintomi del raffreddore comune, ridurre la sua durata e diminuire le eventuali complicazioni, senza effetti collaterali.