Il mal di schiena è un disturbo molto comune che comporta non soltanto sofferenza fisica, ma anche un notevole costo economico in termini di giornate di lavoro perse. Poiché i farmaci ufficiali non sono sempre efficaci e, qualora lo siano, hanno spesso degli effetti collaterali, un buon numero di persone si rivolge ad altre terapie, inclusa la fitoterapia. Sono numerose le piante medicinali impiegate in questo ambito e su questo tema è stata pubblicata di recente una review della Cochrane che ha aggiornato la pubblicazione precedente del 2006. I ricercatori della Cochrane hanno svolto una ricerca sui principali database internazionali includendo gli studi randomizzati e controllati (RCT) riguardanti l’impiego di piante medicinali in qualsiasi forma in adulti affetti da mal di schiena acuto, sub-acuto, cronico e non specifico. Gli outcome primari erano il dolore e la funzione fisica. Nella rassegna sono stati inclusi 14 RCT con un totale di 2.050 partecipanti. Uno studio su Solidago chilensis M., la cosiddetta “arnica brasiliana” della famiglia delle Asteracee, condotto su 20 soggetti ha riscontrato prove di efficacia per il dolore e una migliore flessibilità dopo l’applicazione, due volte al giorno, di un gel a base della pianta rispetto al placebo. Migliori risultati rispetto al placebo sono stati rilevati anche da tre trial con 755 partecipanti che hanno valutato le applicazioni di peperoncino-Capsicum frutescens nelle persone con mal di schiena cronico. In questo caso le evidenze sono state definite di qualità moderata e a oggi le conclusioni non sono definitive.
L’assunzione giornaliera di artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens), standardizzato in 50 o 100 mg di arpagoside si è mostrata superiore al placebo (2 trial, 315 partecipanti, evidenza di qualità bassa) essendo in grado di indurre miglioramenti sul breve termine del dolore e ridurre il ricorso a farmaci di supporto. In un altro studio – con 88 partecipanti – è stata dimostrata l’equivalenza dell’artiglio del diavolo con 12,5 mg/die di rofecoxib (Vioxx®). L’estratto della corteccia di salice bianco (Salix alba), standardizzato in 120 mg o 240 mg di salicina, è risultato superiore al placebo in due trial con 261 partecipanti, riportando evidenza di qualità moderata. Uno studio condotto su 120 partecipanti per valutare l’azione della consolida maggiore (Symphytum officinale L., non autorizzata in Italia negli integratori) nella lombalgia ha trovato un’evidenza di bassa qualità sull’efficacia di una pomata a base dell’estratto della pianta rispetto al placebo sul miglioramento del dolore nel breve termine valutato con una sala analogica visiva (VAS). L’applicazione di olio essenziale di lavanda (OEL) con digitopressione può ridurre l’intensità del dolore soggettivo e migliorare la flessione laterale della colonna e altri parametri rispetto a soggetti non trattati: lo ha rilevato uno studio su 61 soggetti in cui non sono emersi eventi avversi di rilievo. Quali sono state le conclusioni degli autori della rassegna? C. frutescens riduce il dolore più del placebo. Anche H. procumbens, S. alba, S. officinale, S. chilensis e l’olio essenziale di lavanda sono superiori al placebo nel trattamento del mal di schiena, ma per queste piante sono opportuni altri studi con una maggiore numerosità campionaria che ne confrontino l’azione con i farmaci di uso corrente.
Fonte: Oltean H, Robbins C, van Tulder MW, Berman BM, Bombardier C, Gagnier JJ. Herbal medicine for low-back pain. Cochrane Database Syst Rev. 2014 Dec 23;12:CD004504.