La resistenza agli antibiotici è in aumento in tutto il mondo e sta creando allarme, ha affermato l’ultimo rapporto internazionale sull’argomento “The state of the world’s antibiotics, 2015”, redatto dal Center for disease dynamics, economics & policy (Cddep) e dalla Global Antibiotic Resistance Partnership, un progetto della Fondazione Bill e Melinda Gates. Secondo gli autori del documento, l’unica strada per affrontare in maniera razionale ed efficace questo problema è la limitazione dell’uso eccessivo e improprio degli antibiotici. “Per la prima volta, abbiamo dei dati che riguardano i Paesi a basso e medio reddito, dove la resistenza agli antibiotici è un problema serio, ma raramente oggetto di azioni di politica sanitaria”, ha detto Ramanan Laxminarayan, direttore del Cddep e co-autore del documento. Al rapporto è associata una mappa delle resistenze (Resistence Map), uno strumento che, a detta gli autori, può aiutare gli Stati a rendersi conto dell’importanza della resistenza agli antibiotici e ad attivare progetti coordinati con l’obiettivo di ridimensionare questo fenomeno. La mappa presenta i dati più aggiornati dell’evoluzione dei consumi di antibiotici in 69 Paesi e, in 39 di questi, anche dell’antibiotico-resistenza. I dati riguardano le infezioni causate da 12 batteri comuni e potenzialmente fatali, come Escherichia coli, Salmonella e Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Mrsa). Nonostante l’utilizzo pro-capite di antibiotici sia ancora molto superiore nei Paesi ricchi, ha continuato il direttore del Cddep – le alte percentuali riscontrate in Paesi a medio reddito come India, Kenya o Vietnam, che si sono dotati di un sistema di sorveglianza, sono un avvertimento al mondo. In India, ad esempio, il 57% delle infezioni causate nel 2014 da Klebsiella pneumoniae, un batterio molto pericoloso in setting ospedaliero, è risultato resistente ai carbapenemi, una classe di antibiotici ad ampio spettro d’azione impiegati per contrastarle, mentre nel 2009 la percentuale era del 29%. Questi stessi farmaci sono ancora efficaci nel 90% dei casi negli Stati Uniti e nel 95% in Europa. Le piante medicinali e in particolare alcuni oli essenziali possono rappresentare un supporto interessante da utilizzare nel contesto della resistenza agli antibiotici, da approfondire con ricerche mitrate.