L’arnica (Arnica montana) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae, diffusa in Asia orientale, Europa, Stati Uniti settentrionali e Canada. Predilige i terreni più freddi e in Italia si trova nelle zone alpine e pre-alpine dell’area nord orientale. I fiori sono costituiti da capolini di colore giallo-arancio, mentre il frutto è un piccolo achenio di colore scuro provvisto di pappo per la dispersione dei semi a opera del vento. I suoi principali componenti sono lattoni sesquiterpenici, carotenoidi, olio essenziale, flavonoidi, cumarine, triterpeni, e fitosteroli. Citata per la prima volta da Ildegarda di Bingen per il trattamento di ecchimosi e contusioni, l’arnica compare nei testi medici a partire dal XV secolo. Nella tradizione popolare è conosciuta anche come ‘tabacco di montagna’, poiché le sue foglie essiccate venivano impiegate come tabacco da naso. Fiori e radici vengono utilizzati per trattare contusioni, distorsioni, dolori muscolo-scheletrici. L’arnica è disponibile sotto forma di gel, unguenti e creme e, in diluizione, viene utilizzata anche nella preparazione di medicinali omeopatici.

Studi in vitro hanno dimostrato che esplica attività antimicrobiche e antinfiammatorie, mentre alcuni studi clinici hanno indicato che in applicazione topica contribuisce ad alleviare i dolori dell’osteoartrite e riduce in modo significativo gli ematomi rispetto al placebo o a pomate a bassa concentrazione di vitamina K. Gli studi condotti sui benefici dell’arnica nella fase post-operatoria hanno mostrato una riduzione dell’edema dopo interventi sul ginocchio, di tonsillectomia e di rinoplastica. I lattoni sesquiterpenici, costituenti attivi della pianta, hanno proprietà antinfiammatorie e inibiscono il legame dei fattori di trascrizione AP-1 e NF-κB al DNA. Una tintura preparata dai fiori di arnica ha soppresso in vitro i livelli di mRNA della collagenasi-1 (MMP1) e della collagenasi-13 interstiziale (MMP13) nei condrociti articolari umani, che svolgono un ruolo significativo nella distruzione della cartilagine articolare e nell’infiammazione che caratterizza osteoartrite e artrite reumatoide.

L’uso interno dell’arnica è sconsigliato; la sua assunzione può provocare cefalea, dolori addominali e problemi vasomotori e respiratori. Evitare anche l’uso topico di estratti di Arnica in caso di ipersensibilità alla pianta o ad altre piante appartenenti alla stessa famiglia. L’arnica inibisce l’aggregazione piastrinica in vitro e può potenziare gli effetti del warfarin o altri anticoagulanti; tuttavia la rilevanza clinica di queste interazioni non è nota.

Fonte:

Herbs, Memorial Sloan Kettering Cancer Center