Piante medicinali e steatosi epatica non alcolica

Male anatomy of human organs in x-ray view

 

La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) comprende un ampio gruppo di malattie del fegato che va dal fegato grasso (steatosi epatica) alla steatoepatite non alcolica (NASH), fino alla cirrosi, lo stadio più avanzato della malattia epatica. Gli esperti la considerano la manifestazione a livello del fegato della sindrome metabolica ed è la forma più comune di malattia epatica cronica.

Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili per questa condizione sono limitate; per tale ragione le piante medicinali possono rappresentare un’alternativa o comunque uno strumento complementare interessante per il suo trattamento.

Negli ultimi anni è progressivamente aumentato l’interesse verso gli agenti che inducono autofagia e l’attivazione dell’autofagia è stata riconosciuta come una strategia efficiente per la gestione della steatosi epatica non alcolica e delle relative complicanze ad essa associate.

Studi farmacologici hanno evidenziato le potenzialità di estratti fitoterapici e prodotti naturali nell’indurre l’autofagia, un fenomeno che potrebbe rappresentare una chiave di lettura dell’efficacia delle piante medicinali nella prevenzione e nel trattamento della NAFLD.

Questa rassegna della letteratura realizzata da ricercatori cinesi offre una panoramica dei meccanismi d’azione degli estratti fitoterapici e dei prodotti naturali utili nella prevenzione e nel trattamento della steatosi epatica non alcolica, mettendo a fuoco i meccanismi mediante i quali l’autofagia può orientare i principali eventi patogenetici associati a tale condizione, tra cui la steatosi epatica, l’infiammazione, lo stress ossidativo e l’apoptosi.

Fra le sostanze vegetali esaminate il resveratrolo, segnalato per la capacità di migliorare le complicanze associate alla NAFLD, la frazione polifenolica del bergamotto (BPF), la capsaicina estratta da Capsicum annuum, la glicicumarina (GCM) isolata dalla liquirizia, i polisaccaridi estratti dalle bacche di goji (L. barbarum), la dioscina, una saponina estratta e isolata da Polygonatum zanlanscianense Pamp.

Questi preparati ed estratti fitoterapici – concludono gli autori della rassegna – sono candidati potenziali per la prevenzione e il trattamento della NAFLD in relazione alla loro capacità di attivare l’autofagia. È opportuno tuttavia indagare ulteriormente queste ipotesi, dal momento che le evidenze disponibili sono per lo più di natura sperimentale e non clinica.

Zhang L, Yao Z, Ji G. Herbal Extracts and Natural Products in Alleviating Non-alcoholic Fatty Liver Disease via Activating Autophagy. Front Pharmacol. 2018 Dec 11;9:1459.