Peperoncino aiuta contro l’obesità addominale

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I capsaicinoidi sono una classe di sostanze chimiche affini alla capsaicina, metaboliti secondari delle piante del genere Capsicum, a cui appartengono le varie specie di peperoncino. L’integrazione con queste sostanze è stata correlata a diversi effetti fisiologici, fra cui la riduzione dell’appetito e l’aumento della termogenesi e del metabolismo; l’integrazione a lungo termine, dicono alcuni studi, favorisce il mantenimento del peso in soggetti con obesità. Secondo un lavoro recentemente pubblicato sulla rivista Appetite, e realizzato presso la University of Mary Hardin-Baylor, Auburn University, un integratore a base di capsaicinoidi contribuisce a ridurre il giro vita (il rapporto girovita/fianchi), ossia l’obesità addominale considerata un fattore di rischio per molte malattie e in particolare per quelle cardiovascolari. L’estratto utilizzato in questo studio, spiegano gli autori, rilascia livelli efficaci di capsaicinoidi senza indurre la sensazione di bruciore delle mucose orali e gastriche che accompagna di solito il consumo del peperoncino. L’assunzione per 12 settimane di una dose pari a 2 mg/die è stata associata anche a una riduzione significativa del consumo calorico. A questa ricerca hanno partecipato 77 volontari sani maschi e femmine, i quali sono stati assegnati con criterio casuale, ossia tramite randomizzazione, a ricevere ogni giorno una dose bassa (2 mg) o alta (4 mg) di capsaicinoidi oppure un placebo (amido di mais) per dodici settimane. I risultati finali hanno mostrato che il rapporto giro vita/fianchi è diminuito in maniera significativa del 2.4% dopo 6 settimane nel gruppo che ha assunto una dose bassa di capsaicinoidi, mentre non sono emerse differenze significative fra i gruppi alla fine dello studio, dopo 12 settimane. I partecipanti al gruppo che ha assunto la dose più alta di capsaicinoidi alla fine del periodo di studio hanno consumato meno calorie rispetto agli altri due gruppi. “Nei partecipanti a questo gruppo inoltre è stato osservato un calo significativo dell’insulina e un aumento dei livelli di colesterolo buono HDL”, hanno scritto i ricercatori, precisando che l’integrazione non ha influito sulla risposta insulinica nel test di tolleranza orale al glucosio e su altri indici di sensibilità insulinica. E’ necessario, concludono gli autori, approfondire i meccanismi attraverso i quali l’integrazione con capsaicinoidi influisce sulla produzione di colesterolo e la secrezione di insulina in soggetti diabetici e riduce il tasso di colesterolo nei casi di ipercolesterolemia. Si richiedono poi nuovi studi per indagare la sinergia in questo contesto di cambiamenti dello stile di vita in termini di regime dietetico e attività fisica, da associare alla supplementazione.

Fonte: S.L. Urbina, et al. Effects of twelve weeks of capsaicinoid supplementation on body composition, appetite and self-reported caloric intake in overweight individuals. Appetite.  Published online ahead of print, doi: 10.1016/j.appet.2017.02.02